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L’importanza dell’urgenza. Cosa imparare da queste giornate vissute lentamente.



Esercizio n°1 – saper attendere –


“Ciò che è importante raramente è urgente e ciò che è urgente raramente è importante” (Dwight D. Eisenhower)

Sono anni che andiamo di corsa, quante volte chiedendo ad un amico : - “come va?” – la risposta è stata – “Sempre di corsa!“– Ma è un bene?


- Correndo si fanno più cose e questo correre aumenta la nostra soddisfazione personale?

- Vedo intorno a me crescere l’insoddisfazione come la fretta, c’è una relazione?

- Questa corsa è la causa della scarsa importanza che diamo ai gesti che compiamo quotidianamente o correndo non godiamo dei risultati che cogliamo?

- Facciamo tante cose con piacere o con sacrificio ma comunque raramente diventano importanti per noi, perché?

- È vero che più corriamo e più aumenta la frustrazione e se e vero, perché?


In questi giorni di “rallentamento forzato” sento lenire la frustrazione! Mi sorge una riflessione: sappiamo ancora cogliere, programmare, progettare e riconoscere i momenti veramente importanti?


Questo vivere al quotidiano ci spinge verso l'insoddisfazione. Tutto si brucia prima di averlo veramente desiderato, ogni gesto resta migliorabile, deludente, manchevole. Perché non siamo più capaci di attendere? Questo correre crea tutte le nostre azioni uguali, “normali”, poco importanti.


IMPORTANTE è ciò che segna la nostra storia, ciò che resta nei nostri ricordi, ciò che nel ricordo insegna e guida le azioni future. Importante è raggiungere una vetta quanto cogliere il sorriso in uno sguardo, riconoscere la gratitudine in un silenzio, soddisfare un desiderio non richiesto.


LA FRETTA crea automatismi, genera gesti d’impulso senza che siano veramente deliberati, genera gesti afoni per il nostro conscio, senza che la nostra autostima sia nutrita della capacità di controllo.


Acquisire “consapevolezza” dei nostri gesti richiede del tempo, spesso richiede l’attesa. La fretta fa perdere alle cose “normali” la loro importanza: un saluto, un bacio, una pietanza a tavola, una conversazione intima, l’appunto su un diario personale, una lettura. Correndo si finisce per rallentare solo di fronte alle eccezioni, spesso siamo così lanciati che anche le eccezioni ci sfuggono via. Correndo si finisce per vivere la quotidianità sostituendo l’attesa con la speranza; per riposare speriamo nella vacanza perfetta, per rinfrancarci speriamo nella vincita al gioco, per affermarci speriamo nell'affare del secolo, per relazionarci inseguiamo il partner o l’amico perfetto.


Il “senso” continuo della fretta annulla “il piacere dell’attesa” e la necessità del "desiderio”.


Le cose importanti non sono urgenti, non sono una speranza, non avvengono casualmente, le cose diventano importanti perché le costruiamo controllando i processi e i gesti che compiamo, valutiamo ogni gesto per perfezionarlo, costruiamo ogni tassello del puzzle per rendendo un buon incastro per il tassello successivo. Le cose importanti si costruiscono da OGGI con un cammino ben fatto e molto curato, le cose importanti si ottengono all'arrivo, più è atteso l’arrivo più è appagante la meta.

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