top of page

La convenienza che non sostituirà mai la qualità che non c'è più. 

Aggiornamento: 3 gen 2020

C'è chi ha fondato imperi sulle parole convenienza e qualità, chi ha fatto del proprio modo di acquistare la convenienza, chi trascurando la qualità ha fatto un mondo di soldi. Ma noi consumatori contemporanei siamo in grado di dare a questi due termini un significato compiuto? Il dizionario definisce conveniente ciò che è adatto,... corrispondenza d’una cosa a un’altra,... proporzionato ... anticamente si intendeva ciò che corrispondeva tra la forma, intesa come apparenza e il contenuto. [Vocabolario reccani] Oggi quanto siamo lontani dal significato che attribuiamo a questi due termini e alle canoniche definizioni! Quanta lontananza dalla definizione più classica, cioè la convenienza come corrispondenza tra forma e contenuto! Uno guarda i prodotti in commercio, sono tutti tra loro simili e quasi tutti di bell'aspetto MA... ! L'aspetto corrisponde alle aspettative? La qualità la possiamo definire, l'insieme di caratteristiche intrinseche ed estrinseche di un oggetto, aggiungerei, sempre in rapporto con le prestazioni e con le aspettative funzionali. Ciò premesso è evidente come noi consumatori, vediamo divaricare la forbice del rapporto convenienza / qualità, fino alla soglia dell'inganno. Gli oggetti sempre più "belli" e attraenti, per avvicinarsi alle aspettative di prezzo "conveniente", abbassano le prestazioni perdendo la qualità. Il bel divano esposto ha una pessima struttura interna e una pelle "scadente", la bella cucina è fatta di fragile truciolato, la bella porta ha una struttura in cartone pressato e una stampa in carta che "fotocopia" il legno, il bel lavandino in acciaio troppo ferroso per non ossidarsi, il lavabo del bagno una ceramica troppo porosa per non macchiarsi, il piatto doccia ben disegnato, flette, troppo sottile la resina lucidata; Tutto funzionale solo al minor costo ed esclusivamente al valore commerciale percepito. "Il prodotto, - qualcuno si giustifica e dice - deve durare poco perché va cambiato, il prodotto longevo annoia, passa di moda." BUGIE! La crisi detta le mode, la crisi chiama il bianco, chiama il consolidato, chiama il tradizionale, le certezze, quindi scopriamo che la moda guarda al retró, al vintage, perché un oggetto ben fatto è sempre BELLO, il punto è che la cultura del PRODOTTO OGGI è troppo poco diffusa ed è forse una delle cause della recessione dei consumi, in troppo pochi comprano la qualità e in troppi la convenienza - MA NON E' SOLO UNA QUESTIONE DI PREZZO; in Italia è INESORABILMENTE in AUMENTO la recessione ma I-PHONE (50% sul totale delle vendite di smartphone), BMW R-1200 GS (moto più venduta in Italia da decenni) SMART (l'Italia primo mercato mondiale per vendite), prodotti ben fatti e molto costosi dimostrano che non è solo una questione di prezzo a muovere le decisioni! Quando siamo informati, consapevoli, motivati l'acquisto futile e compulsivo, si trasforma in acquisto alto-spendente, SIAMO IN GRADO DI INDIRIZZARE LE MODE e a sostenere "un sacrificio in più " ; quando non sappiamo cosa comprare e come valutarlo compriamo l'apparenza e il minor prezzo ma sfortunatamente per chi vende compriamo a poco prezzo. Le grandi reti di vendita spersonalizzano i ruoli, il "venditore" perde competenza diventa un "porgitore" di prodotto, il consumatore non viene informato nei dettagli preziosi del prodotto e LA VALUTAZIONE SI FERMA ALLA SUPERFICIE.


Perché se i prodotti sono fatti per essere sostituiti si vende meno? La logica del consumo è legata al fatturato, al profitto, abbassare i costi e vendere più cose dovrebbe essere una soluzione? O più vendite di un oggetto che costa meno ma vale nulla, produce alla "società" solo più COSTI di gestione e di smaltimento, produce solo inquinamento? Quanto siamo in grado di quantificare le prestazioni degli oggetti che acquistiamo, le caratteristiche dei componenti, di "pesare" la qualità? Quando siamo in grado di percepire il rapporto, quindi la proporzione tra prezzo e prestazione? Sfortunatamente lo scopriamo solo con l'utilizzo, sfortunatamente lo scopriamo quando siamo ormai ben lontani dal gesto della scelta e quindi dell'acquisto. Quanto proliferare di offerte "soddisfatti o rimborsati", secondo voi perché? A mio avviso il consumatore dopo un paio di "fregature" rallenta l'entusiasmo, frena la compulsione all'acquisto e per lubrificare il processo, qualcuno ci viene a offrire un PLUS, sotto forma di cortesia commerciale, ci offre l'opportunità del "ripensamento", ci da la possibilità del reso. Allora il prodotto, neanche più esposto ma solo ben fotografato, ben descritto negli aspetti di superficie, ben graficizzato nella pagina web del portale di turno, ci abbaglia col suo prezzo on line, - "COMPRIAMO - COSTA POCO- tanto che ci "frega", lo RENDIAMO, - costa pochissimo questa sedia, guarda il tavolo che bello, guarda gli sgabelli per la penisola 40€ altro che quelli di MARCO del negozio sotto casa che costavano il doppio, oh se poi non ci piacciono li rendiamo! " - Quindi eccoci a comprare on line, costa poco e se non siamo soddisfatti lo rendiamo! Ma il costo basso è veramente convenienza? Ma renderlo è così semplice? È sempre possibile? Siamo disposti alla gestione del reso? Siamo disposti a dedicare altro tempo alla nuova scelta per l'alternativa di un prodotto simile? O più frequentemente ci teniamo lo sgabello pressoché traballante per poi sostituirlo dopo pochi mesi di barcollamenti? Hai risparmiato? Molti venditori giocano sulla questione del trasporto del reso e quindi l`acquisto per quanto insoddisfacente resta DEFINITIVO. Quindi il minor costo rende l'acquirente insoddisfatto e il venditore riduce il fatturato di vendita perché ha venduto uno sgabello, non-sgabello al prezzo così basso da non consentire al prodotto di svolgere la sua funzione, vale per l'armadio che si monta a stento e non si chiude mai, vale per il rubinetto che cigola a ogni mandata e perde sempre la goccetta maledetta, vale per il giubbotto che non scalda e pesa come uno zaino pieno di sassi, ecc. ecc! Chi ne beneficia veramente? Ne il cliente ne il produttore solo chi non vende prodotto ma servizi alla vendita: grafica, trasporto, immagazzinaggio, pubblicità, VENDE LOGISTICA, il vantaggio è tutto della piattaforma di turno, dell'Amazon o del fornitore di servizi vari. Anche i produttori miopi credono di SALVARSI se nel costo di produzione, riducono l'incidenza del prodotto e aumentano i "servizi", il costo di comunicazione (packaging, grafica, siti web, costi di rete ecc.) spesso questi valori sommati superano il costo di materie prime, ore di manodopera e d'ammortamento macchine. Sempre più spesso i produttori diventano "concepitori" e distributori di prodotto realizzato da altri in altri luoghi in cui produrre costa e vale meno. Trasferiscono le conoscenze (il know how viene trasferito in regioni del mondo improbabili) per produrre lontano dal mercato domestico e quindi si trovano a vendere al CONSUMATORE locale a un prezzo inferiore rispetto al loro standard, un articolo con molto MENO PRODOTTO e più trasporto, IMBALLO, gestione, ecc. ecc. Quindi quando compriamo il brad storico PINCOPALLINO, ci ritroviamo un prodotto fatto da CAIO, al prezzo di SEMPRONIO (cioè un prezzo basso per essere di PINCOPALLINO ma siccome lo ha prodotto CAIO vale sicuramente meno di quello che ci aspettiamo) il brand oggi vende e domani perde identità e mercato. Ci stupiamo se si vende meno? Se i prodotto durano meno? Se la MIELE non fa più le lavastoviglie di una volta e i rubinetti GROHE non sono più come prima il motivo c'è e lo abbiamo capito! Un bel circolo vizioso, come risolverlo?
L'informazione è la soluzione? - "vado su Google, cerco, studio, mi informo" - Oggi informarsi è facile, economico, democratico e immediato ma è esauriente, attendibile, affidabile, imparziale? Spesso no! Se approfondisci la ricerca infrangi nei dubbi, leggi "tutto e il contrario di tutto" che fare? Per me tornare all'antico è una soluzione, tornare ai rapporti personali, agli sguardi, al tono della voce, bisogna rimettere la faccia nelle relazioni, bisogna restaurare i ruoli di cliente e di fornitore, di produttore e di distributore, bisogna tornare al saluto sincero, il venditore deve essere vicino, coinvolto, deve avere un'identità ; il piccolo commerciante specializza le proprie conoscenze in un ambito confinato E QUESTO NON È UN LIMITE, l'eccellenza è nella specializzazione, nelle competenze e non si può essere competente in TUTTO. Oggi il brand di scarpe, non fa più le scarpe, quindi può aprire uno o tanti negozi e vendere oltre alle scarpe che non fa più, anche le sciarpe che non ha mai fatto, i cappelli, i calzini, i lucidi per le scarpe che non produce; io che vorrei comprare le POLLINI, non so più chi produce le mie scarpe preferite, a questo punto mi cerco un'alternativa che gratifichi il mio acquisto, e se non la trovo? compro una cosa che costa meno, oppure?
...magari mi faccio coinvolgere dal sorriso, dall'entusiasmo, dai consigli di Paola che sotto casa ha aperto quel negozietto così curato, ben assortito di scarpe da uomo in buona pelle, il negozio è arredato e disegnato con cura (mi racconterà poi che l'anno fatto insieme ad un mio collega architetto, sono stati bravi), c'entro e ci passo volentieri del tempo, assomiglia proprio al carattere di chi ci lavora, di sicuro non è un format stampato a Roma come a Milano, come a New York; è stato piacevole acquistare, ho scoperto che la scarpa nasconde un MONDO di dettagli; qualche settimana dopo mi affaccio una mattina e gli chiedo - "posso sostituire i lacci? - e trovo un servizio - poi compro una crema per nutrire il pellame; da quell'acquisto di qualche anno fa, ho scoperto che non dovevo andare al centro commerciale e provare 100 scarpe in 20 negozi quasi uguali, Paola si ricorda il mio piede a collo alto e mi propone quasi sempre la scarpa adatta tra quelle che mi piacciono, sono anni che vado li, oltre ad aver comprato tutte le scarpe che mi sono servite, ho portato a sostituire le solette interne delle scarpe che ho acquistato da lei anni fa e con cui sono andato alla prima teatrale con Emanuela; quando torno a ritirale vedo in vetrina un paio a stivaletto, peccato il mio piede a collo alto, sono originali mai viste in giro, - "ti ordino il tuo numero qualche giorno e ti avviso per venirle a provare ma la tomaia è la cucitura è la stessa delle ultime che hai comprato , vedrai ti troverai bene." Tornare al venditore di fiducia per me, può essere la soluzione più CONVENIENTE e più sostenibile.

16 visualizzazioni0 commenti

Post recenti

Mostra tutti
bottom of page