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Immagine del redattoreMarco Repetto Architetto

Il setaccio del tempo e la ricerca della gioia

Aggiornamento: 5 ott 2021


6° Articolo per la NLS accademia di formazione personale.


Distorsioni.

I problemi offuscano l'equilibrio e la percezione della realtà; generano malessere e emozioni negative.

Siamo in grado di gestire le emozioni e affrontare i problemi con il corretto atteggiamento? Può accadere di "crede" di stare male o di percepire come “problema” ciò che problema non è? Perché continuiamo a correre sperando che l'irrisolto resti indietro, rimandando o peggio ignorando i problemi? Sono ormai certo che l'incapacità di quantificare e qualificare le emozioni, causa un negligente immobilismo, giustificato frequentemente dall'affermazione: NON HO TEMO!

Molto spesso distorciamo la realtà che ci circonda avvolti nella polvere che alziamo nell’incessante corsa/fuga quotidiana. Cosa si deve intendere per DISTORSIONE: 1° Il più frequente effetto della distorsione è percepire problemi piccoli che si vedono enormi; 2° la distorsione è spesso generata da problemi GRANDI non affrontati, trascurati, irrisolti; 3° la distorsione è percepire problema ciò che problema non è. Facciamo un po’ di chiarezza sul termine "male" e sulla definizione di "problema". Definizione di "male": tutto ciò che arreca danno, genere malessere emotivo e malessere fisico. Il male genera paura, condanna morale, pietà, compassione, (una esplosione di sentimenti negativi). Il male viene temuto, quindi il più delle volte evitato. Raramente il male viene affrontato, questo si è un problema! Definizione di problema: "domanda di cui si richieda a sé stessi o ad altri la soluzione" ed inoltre, requisito fondamentale del problema è: "CONOSCERE GLI ELEMENTI CHE LO GENERANO". Il più delle volte quello che si sente non è "male" e ancora peggio, lo stato d'animo in cui ci si trova, non è generato da un "problema". Il più delle volte il male è l'effetto collaterale della trascuratezza, dell'inedia, del tedio causati dalla stanchezza infinita generata dalla FUGA. La corsa a ostacoli del quotidiano diventa ESTENUANTE ma non è di certo la soluzione ai "problemi" è il problema.

[ Non è raro correre in una strada che non abbiamo scelto, non adatta a noi e saltare ostacoli che potevamo con semplicità aggirare.] La stanchezza non è la causa che impedisce di agire, ma l'effetto collaterale di non ATTACCARE il VERO problema all'origine. La stanchezza è spesso solo il miglior pretesto per saziare dapprima la pigrizia, successivamente giustificare LE CONSEGUENZE ed infine subire GLI EFFETTI COLLATERALI di non aver agito per tempo.

"ORA SONO STANCO NON POSSO FARLO SUBITO", è la frase che ci raccontiamo più spesso ed è sia una scusa che una conseguenza, agiamo e scopriremo perché. Prima che tutto si trasformi in "problema" ogni attività necessaria al cambiamento delle emozioni può essere: ANALIZZATA, setacciata e la polvere che ci avvolge eliminata.

[Come se dovessimo separare da una carriola di terra: polvere, grani e sassi. Per ordinare tra loro materiali detti incoerenti, in edilizia, lo strumento più idoneo è il setaccio. Setacciare nella nostra vita corrisponde a mettere ordine a quanto ci accade. Passare al setaccio una sostanza polverulenta, granulare o compatta è un’azione efficacie. Detto in termini più semplici, setacciare è l'atto di filtrare grazie a un apposito strumento una sostanza in polvere, in grani grandi o grani più piccoli, così da separare le parti più fini da quelle più grosse, prendere ciò che è utile ed eliminare eventuali incoerenze. Con l’azione semplice di setacciare in edilizia si costruiscono, case, palazzi, strade; architetture confortevoli e non “polverose”]

Come la palata di terra e sassi nel setaccio, dividerà il contenuto setacciato, (il materiale più fine insieme alla polvere da un lato quello più spesso dall’altro), ciò che sapremo analizzare apparirà chiaro, potrà essere affrontato e risolto quindi USATO.

Dopo un primo setaccio, AVREMMO ELIMINATO i fastidi che ci impediscono una chiara visione ed analisi, resteranno nella rete i veri problemi, ma per i più, quelli determinati, quelli perseveranti LA MAGLIA SARA' VUOTA, perché “già” avranno saputo raccogliere il necessario e smaltito l’indesiderato. Una maglia vuota di problemi non è certo un colpo di FORTUNA, abbiamo saputo semplicemente ANALIZZARE e AGIRE, dare risposte e soluzioni alle domande che ci siamo posti.

Siamo in grado di fare a noi stessi le domande attinenti il problema? Siamo in grado di chiedere agli altri aiuto a fornirci strumenti adatti, a fornirci il SETACCIO?

Di fronte ad ogni problema individuato con chiarezza nelle sue dimensioni possiamo agire, trasformare un problema in ventaglio di soluzioni, confrontarle con le risorse che abbiamo a disposizione, ipotizzare delle strategie efficaci e attuare azioni da compiere:

- soluzioni percorribili;

- risorse disponibili;

- strategie efficaci;

- azioni da svolgere.


Vivere in attacco significa imparare ad agire sempre, subito, in modo efficace.

Questo processo il nostro cervello è capace di svolgerlo in automatico quando allenato ( la fase istintiva/inconscia si sviluppa, in alcuni casi in pochi decimi di secondi) o nell'area di controllo razionale occorrerà il tempo necessario, più ci alleniamo ad agire, più saremo veloci e efficaci.

Mai smettere di cercare soluzioni efficaci ed emozioni positive, ci possono volere secondi, minuti, ore, giorni, mesi, anni.

E’ importante su tutto iniziare subito a trovare soluzioni ed agire verso la gioia e il successo.

[ Thomas Alva Edison, che la rivista statunitense Life mise al primo posto tra le persone più influenti degli ultimi 1000 anni di storia, impiegò 1600 tentativi in oltre due anni per trovare una soluzione al suo grande problema, trovare un filamento metallico che con l’attraversare della corrente elettrica diventasse incandescente in modo stabile.] Ancora un esempio, un comune automobilista, nelle prime guide deve razionalizzare ogni gesto: la posizione del piede sinistro, del piede destro, frenare, accelerare, premere la frizione, indirizzare lo sterzo, mettere la freccia, guardare gli specchietti, valutare gli ingombri; tutto con grande impegno e concentrazione, dopo poche settimane lo stesso automobilista agisce con efficaci automatismi, in pochi mesi lo sforzo di concentrazione sui singoli gesti svanisce, le azioni saranno automatiche, compirà le stesse azioni efficacemente, rapidamente mentre ascolta la radio e sorride partecipando alla trasmissione del suo speaker radiofonico preferito, procedendo in auto verso il lavoro nel traffico delle ore di punta.

L’abitudine ad agire, rapidamente ed efficacemente rende le nostre giornate soddisfacenti, nutrienti e senza dubbio meno faticose. L’abitudine ad agire è il primo passo verso la gioia.

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